Una storia nobile lungo i secoli
Nel corso del XIII e XIV secolo, il palazzo fortificato sorto su strutture preesistenti, viene trasformato in residenza di campagna e nel XVIII secolo, ceduta al Marchese Fonti Biscaccianti, fu adeguata ai canoni stilistici dell’epoca. Alla fine del XVIII secolo la villa compare nel Catasto Bartoli, dove è rappresentato “il palazzo con il Labirinto e un boschetto circolare nelle vicinanze”.
Nel XIX secolo compare nel catasto Gregoriano “sempre con forme simili a quelle odierne ma con sistemazioni esterne del verde assai più importanti”. Erano impostate su grandi viali ortogonali, di cui sopravvive oggi, solo quello orientale alberato con dei cipressi, e con una vasta area a giardino formale, oggi appena riconoscibile nel contesto del paesaggio.
L’edificio presenta una pianta a forma di L e si eleva per tre piani, cui si addossano sul retro volumi minori quasi in forma di corte ed è completato da una Cappellina familiare interna, e da un campanile sul retro si suppone ci fosse anche una Chiesetta esterna oggi non più presente.
Al primo piano “nobile”, cui si accede dopo aver superato un elegante scala, in cima alla quale si trova la decorazione in stucco con lo stemma della famiglia Fonti Biscaccianti, si trovano stanze caratterizzate da belle decorazioni dipinte a stucco databili tra il XIII e il XIV secolo, dove si trovano i tre Saloni di rappresentanza tra cui la “Sala degli Specchi” e “La Sala del Camino”.
La Famiglia dei Conti di Montegranelli è di antichissime origini e visse a Gubbio per 400 anni. Trae origine dalla celebre stirpe dei Conti Guidi, Palatini di Toscana e Signori del Casentino, divenuti Conti Guidi di Mantova e Marchesi di Bagno. Ai Guidi si deve la costruzione del palazzo fortificato che nel corso dei secoli XVI XVII viene trasformata in residenza signorile di campagna.
Alla fine del XVIII sec. fu ceduta ai Marchesi Fonti Biscaccianti.
La nobile famiglia dei Guidi nel secolo XIII era divisa in vari rami, tra i quali Aginolfo, capostipite dei Conti di Romena e di Montegranelli (la nobile stirpe è citata da Dante Alighieri nel canto XXX dell’inferno). Dal conte Aginolfo, discese Antonio di Montegranelli, celebre guelfo che dovette combattere nel 1389 le truppe ghibelline guidate dal Conte di Bagno discendente dei Conti Guidi, restando prigioniero di questo suo parente. Antonio poi fu nominato Podestà di Firenze nel 1406.
Il Conte Azzo, di Antonio, bandito e taglieggiato dalla Repubblica fiorentina, si rifugiò a Gubbio insieme al fratello Alessandro. Ci sono inoltre notizie relative a Dragone Biscaccianti, capitano del Duca di Urbino nel 1436 e di Agostino Nicolelli De Biscazzantibus, Gonfaloniere nel 1441. Nel 1468 troviamo definitivamente stabilita in Gubbio questa illustre famiglia, nella persona di Azzo, Cavaliere di Gran Merito, ascritto alla cittadinanza e al patriziato eugubino come risulta dai libri delle Riforme. I figli di Giuliano, Giambattista e Sebastiano, furono i fondatori dei Conti di Montegranelli, i cui discendenti furono illustri cittadini. Da questa famiglia si formarono tre diversi rami: quello dei Biscaccianti, dei Biscaccianti Zeccadoro (costituito dall’unione della discendenza di Scipione Biscaccianti con il Casato Zeccadoro per il matrimonio avvenuto nel XVII sec. con la Contessa Lucrezia), ed infine quello ancora esistente dei Biscaccianti Della Fonte o Fonti che avevano derivato il nome dalla fonte posta di fronte al loro palazzo e che vollero inquartate nello stemma per distinguersi dagli altri due rami. Lo stemma antico della famiglia Biscaccianti si presentava spaccato d’azzurro e di rosso con la divisa d’oro ; nel primo un pesce d’argento sormontato da una stella; nel secondo tre monti d’oro.
In seguito lo stemma viene rappresentato sempre dal campo tagliato in rosso e azzurro da una fascia d’oro, nel rosso tre gruppi di monti, nell’azzurro una fonte.
Dal 1969 la Villa è di proprietà della famiglia Pierotti.